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Porta via questo cane

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(a tutti i fratelli arabi morti nella lotta per la libertà e per coloro che ancora stanno lottando)

 

 

Bastano quattro fotografie

sul quotidiano della domenica

in una corsia di ospedale

alle sette del mattino

per allargare la misura

di un dolore che anche questa notte

ha devastato il corpo di chi

ha qui - almeno - la fortuna

di un'assistenza.

 

Il volume di questa stanza

si espande nel silenzio del mattino.

Il tiglio che si vede dalla finestra

e profuma le lunghe ore di degenza

scompare, appaiono terre libiche

dove un uomo fugge a piedi

inseguito e investito da un Land Cruiser

schiacciato nel deserto come un animale -

che pure fa dolore -

le ossa rotte, l'agonia.

 

A Ben Jawad ci sono due uomini,

uno è ferito e disteso sull'asfalto

l'altro è armato e dice:

"Inneggia a Gheddafi!"

Quello invece inneggia ad Allah

e trova la morte - assassinato

da tre colpi di kalashnikov.

(Mi esplode il cuore per la commozione

verso quei martiri della fede e della libertà.)

"Chiama due o tre uomini

per portare via questo cane" -

dice il killer ai suoi complici.

 

 

 

[ Roma, Ospedale Sandro Pertini, 12 giugno 2011 ]

 Roberto Maggiani - 24/11/2011 21:23:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Grazie Domenico...

 Domenico Muci - 24/11/2011 21:19:00 [ leggi altri commenti di Domenico Muci » ]

Questa poesia si commenta da sola
non abbisogna di parole
perchè sgomenta e trasale
l’ animo del lettore
di fronte alla nuda e cruda evidenza

 Roberto Maggiani - 21/06/2011 14:37:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Grazie a Lorena e Sara per i vostri commenti che mi portano ad approfondire ulteriormente alcuni pensieri e anche per gli auguri...

 sara dimatera - 21/06/2011 09:05:00 [ leggi altri commenti di sara dimatera » ]

Spesso mi sono chiesta quale fosse il significato autentico della parola "Libertà",troppo spesso pronunciata con imprudenza;poi ho letto e riletto questi versi e ho compreso che c’è ancora qualcuno disposto a sacrificare se stesso anche con la vita in nome di un’ideologia etica,sociale,morale...
Soffermarsi e riflettere sul dolore altrui e condiverlo con gli altri,è quello che mi commuove di questa poesia.
Questi versi toccano le corde più intime dell’animo umano e inducono a guardarsi dentro in profondità.
Il peso arcigno di un dolore fa meno male se condiviso con altri.
Grazie per questa bella e struggente poesia.
Auguri di pronta guarigione.
Sara

 Lorena Turri - 20/06/2011 17:38:00 [ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]

La guerra? A cosa serve la guerra? Non so spiegarmelo se penso che siamo tutti dotati di ragione e di parola!
"Porta via questo cane": queste tue parole mi fanno venire in mente il dramma di Irwin Shaw, "Seppellire i morti". Nel primo atto dei soldati stanno seppellendo i morti ammazzati e uno dice:
"Quando non si scava tombe, ci si gratta le pulci. Perdio! ci son più pulci in questo maledetto esercito che..."
e un altro risponde:
"Ecco a cosa serve la guerra! Alle pulci. Bisogna ben che qualcuno le nutra..."
A nulla serve, solo a soffrire e a... morire!

Roberto, questa tua induce a molte riflessioni. Bravo e soprattutto umano, come sempre!
Ti auguro di rimetterti in forma presto e mi auguro di poterti riabbracciare presto!

 Roberto Maggiani - 20/06/2011 16:40:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Grazie Alessandra.

 Alessandra Ponticelli Conti - 20/06/2011 14:38:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Commuovono e invitano a riflettere questi versi che, partendo da un dolore soggettivo, si allargano per abbracciare sofferenze lontane, perché, come dice Saba, " Il dolore è eterno, ha una voce e non varia". L’esperienza personale si annega in quella di ogni altro essere umano e diventa strumento di comprensione e di solidarietà. Tanti auguri di pronta guarigione!

 Roberto Maggiani - 19/06/2011 00:19:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Caro Antonio, grazie per il tuo messaggio... e per aver scomodato addirittura Ungaretti. Sono finalmente rientrato a casa, tutto bene. Un abbraccio.

 Antonio De Marchi-Gherini - 18/06/2011 20:37:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Caro Roberto,
la tua poesia è di un nitore civico e civile che mi ricorda l’apparente semplicità di Rafael Alberti, di Ungaretti e altri, quindi 110 e lode.
Non so cosa tu abbia, ma dai commenti ho capito, acuto eh!, che stai in ospedale. Spero che sia un intervento da poco. Comunque ti capisco io ne ho ’subiti’ tre e conosco il dolore, la sofferenza e la solitudine delle corsie d’ospedale...quindi su con la vita e un abbraccio affettuoso, tuo Antonio

 Roberto Maggiani - 18/06/2011 13:06:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

@ mariapaolad: la preghiera che ci offri in lettura è bellissima, e rivolta a Colei che amo più di tutte le creature, Maria.

 mariapaolad - 18/06/2011 08:39:00 [ leggi altri commenti di mariapaolad » ]

Caro Roberto, io non so scrivere, ma so leggere. Ti rispondo con una preghiera di don Andrea Santoro, prete di Roma ucciso in Turchia il 5 febbraio 2006. Lo conoscevo bene, era un uomo di Dio e perciò era anche innmorato degli uomini, tutti, senza distinzione.

Meryem Anà
Maria Donna di Gerusalemme
dove ti offristi con Gesù ai piedi della croce;
Maria Donna del Cenacolo
dove raccogliesti il soffio dello Spirito Santo;
Maria Donna di Efeso,
dove giungesti con Giovanni "tuo figlio"
inviato in missione dallo Spirito:
prega per noi.

Maria, madre delle pecore fuori dall’ovile,
madre di chi non conosce tuo figlio,
madre di coloro che “non sanno quello che fanno”:
prega per noi.

Maria, madre delle anime senza vita,
madre delle menti senza luce,
madre dei cuori senza speranza,
madre dei figli che uccisero tuo Figlio,
madre dei peccatori, madre del ladrone non pentito,
madre del figlio non ritornato:
prega per noi.

 Roberto Maggiani - 17/06/2011 10:56:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Grazie anche a questi ultimi commenti, cari amici, ma soprattutto per l’incitamento a stare bene e a proseguire il viaggio insieme. Un abbraccio.

 Giorgio Mancinelli - 16/06/2011 11:37:00 [ leggi altri commenti di Giorgio Mancinelli » ]

Grazie Roberto per aver trovato la forza, anche nel dolore, di denunciare certi fetti e rivolgere un appello a tutti quanti noi che ciechi lasciamo che queste cose accadono. Ti auguro una pronta guarigione per averti ancora con noi impegnato in ogni lotta che richiede la nostra partecipazione.

 Maurizio Sciascia - 15/06/2011 23:34:00 [ leggi altri commenti di Maurizio Sciascia » ]

"il seme se non muore non può dare frutto". La speranza è che tutto questo sangue non sia sparso invano!
Grazie per questa poesia intensa, nata in un momento per te così particolare.
Affettuosi auguri
Maurizio

 maura potì - 15/06/2011 22:57:00 [ leggi altri commenti di maura potì » ]

E’ questa una poesia densa di profonda compassione, che tocca l’animo di chi legge con immediatezza: perchè il poeta, quello vero, passando attraverso la sofferenza personale, eleva la coscienza e vibra di amore puro, fino a sentire su di se il dolore dell’umanità intera, in connessione con l’universo.
Grazie, Roberto, di questo tuo messaggio e guarisci presto!

 leopoldo attolico - 15/06/2011 22:35:00 [ leggi altri commenti di leopoldo attolico » ]

Come sempre , Roberto trova parole consone perché sa scrivere .
Ma è poeta "dentro" , ed è ciò che ce lo fa amare .


- coraggio Roberto , passerà anche questa rottura !

 Roberto Maggiani - 14/06/2011 21:27:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Care amiche e cari amici, ancora una volta mi trovo a ringraziarvi per questa vostra presenza al mio fianco in un momento un po’ difficile, ma in fase di risoluzione, ma anche per la vostra vicinanza al dolore che tocca tutti gli uomini in cerca della libertà... fino a dare la propria vita, un gesto di una estrema grandezza e inimmaginabile coraggio. Un grazie anche agli altri della Redazione che mi hanno fatto questo dono di pubblicare, in un momento così particolare per me, questa mia poesia come Poesia della settimana.

 Maria Grazia Cabras - 14/06/2011 19:57:00 [ leggi altri commenti di Maria Grazia Cabras » ]

Condivisione piena e sentita del tuo pensiero (po)etico/poetante
insieme all’augurio più caro di buona pronta guarigione,

un abbraccio da Maria Grazia

 Domenico Morana - 13/06/2011 22:45:00 [ leggi altri commenti di Domenico Morana » ]

Roberto: Allah kerim! così sospirava Jean Arthur Rimbaud sul letto di morte, come il fratello libico trucidato sospirava al suo fratello: Allah kerim!
Sia pace, come Dio vuole, anche agli assassini, questo più che mai è il loro tempo.
Leva sempre più alta la tua voce, non tanto per i sordi quanto per dar consapevolezza e coraggio agli ammutoliti da tanto orrore.
E rimettiti presto in forze.
E’ ora d’aver fede per ricostruire questo mondo da cima a fondo: Allah kerim!

 Franca Alaimo - 13/06/2011 21:40:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Come sempre, Roberto, pur da una corsia d’ospedale, non può fare a meno di scrivere per affratellare i dolenti compagni suoi di stanza e gli altri più lontani, che lottano, però, non per la salute propria, ma per difendere i propri ideali fino alla morte. Il dramma di questa poesia non sta, comunque, nella morte, per altro eroica, di un uomo, ma nell’odio che la provoca e che divide, nell’ideologia che si fa fanatismo, cecità, crudeltà.
La drammaticità del testo è accentuata anche dal contrasto fra l’atmosfera dolente, ma quieta dell’ospedale, consolata dalla cura e dalla vista di un tiglio che spande il suo dolce profumo nella stanza e l’improvviso accamparsi di una scena violentissima, immaginata, sì, ma talmente viva da far parlare le immagini stampate sul quotidiano come attori in carne ed ossa.
Una delle più belle poesie d’impegno di Roberto, questa, dove la "poesia" c’è, a dimostrazione che impegno e poesia possono coesistere.

 ro. per. - 13/06/2011 16:20:00 [ leggi altri commenti di ro. per. » ]

Un cane che prega Iddio e non si piega all’estrema violenza. Un cane pericoloso per tutti quelli che vorrebbero tenere il tallone sulla testa degli altri. Una lezione da declinare in tutte le nostre giornate, per ogni piccolo riscatto di dignità nella testimonianza della nostra presenza sul Globo.

 Luca Soldati - 13/06/2011 10:50:00 [ leggi altri commenti di Luca Soldati » ]

"La coscienza nei cuor
ridestar delle genti,
raccogliere le lagrime
dei vinti e sofferenti,
fare del mondo un Pantheon,
gli uomini in dii mutare
e in un sol bacio,
e in un sol bacio e abbraccio
tutte le genti amar!"

Ti abbraccio

 Loredana Savelli - 13/06/2011 08:16:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Che dire?
Che almeno non sia una morte inutile, che sia l’inizio del Risorgimento arabo ma soprattutto che non siano lasciati soli tutti i martiri per la libertà, guardati con distacco da chi non ha voglia di ricordare e riconoscere nelle doglie di questi popoli la propria stessa ragione di esistere.


(in bocca al lupo Roberto)

 Giuseppe Terracciano - 13/06/2011 08:16:00 [ leggi altri commenti di Giuseppe Terracciano » ]

Molto drammatica e sentita. Ben scritta. Fa riflettere sulla condizione, e soprattutto l’inconcludenza dell’essere umano. Bravo Roberto!

 Maria Musik - 13/06/2011 06:57:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Questa poesia mi ha veramente commossa. Ti apre gli occhi ed il cuore all’attenzione al dolore degli altri, alla loro ingiusta morte, per quanto lontano essi siano. Ti fa riflettere a quanto (malgrado la mala Sanità) siamo fortunati (senza merito alcuno) a vivere nella parte "giusta" del mondo ed, anche in questa, ad appartenere a categorie sociali che ancora hanno diritto all’assistenza sanitaria. La maggior parte di noi, oggi, sarebbe morto se africano, arabo, indiano: chi di parto, chi di fucile o machete, chi per una banale influenza, chi di fame e sete. Molti sarebbero stati torturati o lapidati per il solo fatto d’essere donne o omosessuali o, semplicemente, per avere un’idea o un credo diversi.
Malgrado ciò, il 60% del nostro popolo, a ieri sera, non si era scomodato neanche ad andare a mettere un X per difendere l’acqua che spreca a litri ogni giorno.
Mentre trascinano via il corpo di un uomo che valeva meno di una cane randagio...
Ancora un grazie a Roberto che, invece di scrivere del suo dolore, grida dall’alto dei tetti quello degli altri uomini!

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